2025 - Visioni di Apocalisse, Immagini di ParadisoL’esperienza del profondo nell’epoca attuale

L’esperienza del profondo nell’epoca attuale

Con Luigi Aversa


Riflessione del mondo di Eumeswil

Siri, Alexia ed il meteo del cellulare indicano pioggia. La testa si muove sul collo, ancora non è sotto l’ascella oppure appoggiata su un mobile e neppure sulla sedia. Nota guardando, scrutando il cielo con gli occhi ed avvertendo l’aria con la pelle che, il cielo è semplicemente variabile. È striato con nuvole vaganti, statiche, filanti. Nuvoloni di numerosi colori tingono il cielo. La luce talvolta filtra attraverso le masse addensate nella volta sovrastante la testa, a volte il sole si scopre, irradia ed emana calore svelando la bellezza nel circondario… Momenti di tenebra rendono opaca la realtà allorquando la luminosità viene a mancare.

Essendo ancora con la testa sul collo, ed evitando, intentando di non essere uno scavezzacollo, nutrendosi della mutevolezza atmosferica, si ricorre ad applicare una centratura interiore ed una attenta e vigile osservazione in modo tale da non essere irriducibili vittime di allarmismi, ma consapevoli fruitori della realtà che si para di fronte ai propri occhi. Una sinfonia di colori, una vasta ed inesauribile quantità di colore viene a mostrarsi molto più degna della tavolozza di un pittore incapace di riprodurre tutte le sfumature e gamme presenti….

Non vi è angolo del creato che sfugga dall’essere toccato da un colore e da un suono che non si mantenga fedele a se stesso, ma degrada e si rialza per scale come ottave musicali di vibrazioni instabili e variabili….per chi le percepisce come principiante dell’esperienza ludica interiore. Certo la musica e la poesia sono la vita stessa… Le componenti di un mistero inesauribile a cui appartiene la vita di chiunque abbia la testa, il cuore, l’istinto vivo per accorgersene… Per chi non si perde, ma cerca di ritrovarsi dentro e sopra, nella profondità dell’essere e avverte un richiamo metafisico, una attrazione inspiegabile verso il mistero e l’avventura umana.

Si guardano voli di stormi di uccelli. Taluni si posano sulle sommità di affusolati alberi, altri salterellano su gli ultimi rami di un solitario abete e paiono decorarlo per un futuro Natale. Accovacciati, conversano e si rialzano in volo per poi mollemente tornare a cantare e riposare lì su quell’albero solitario di abete immerso tra palmeti e salici piangenti abbondanti. Qualche siepe è scomposta. Vi è ricrescita: il verde selvaggio. Solo alcuni rami sovrastano la massa e sembrano ricordare che pochi uomini tentano a volare e ancor pochi si sentono – quando in volo – a casa e in confusione a terra fra “i propri simili“.

Si pensa al mondo come sostanza universale e pertanto si riportano alla mente due termini vetusti, vintage si potrebbe dire, perché la parola oramai la si usa come un capo di abbigliamento. È alla moda oppure non descrive più lo spirito del tempo in cui si vive. Si dimentica il valore del termine…. Ma oramai soffriamo tutti di “grovigliosi” mentale. Troppi formaggi, come il groviera, le mucche pazze, gli OGM producono al cervello buchi mentali, fori in cui ci si perde anziché apprendere ad inabissarsi nella cella del cuore, da dove può scaturire un fuoco che divampa e rastrella i pensieri per ritrovarsi nella purezza della contemplazione divina. In una Luce superiore che offre significati e un senso all’agire umano tanto da riportare in auge questi due lemmi: zelante e vegliardo.

Zelante è colui che si occupa dell’esistenza con scrupolo, sollecitudine e zelo, non in modo fanatico, ma con molta cura, una cura non eccessiva di chi ricerca il pelo nell’uovo fin a far diventare il pensiero e l’agire ossessivo, maniacale, ma una cura che si sprigiona da un muoversi spinti e sospinti da un amore di stampo superiore che, in modo stupefacente, riscalda la cavità, l’alveolo pettorale ed induce ad agire per rispetto di un mondo invisibile. Lo zelota avverte una benevolenza a cui non può sottrarsi e lo spinge a rispondere con il prendersi cura di ciò che viene a compiersi attraverso la sua persona ed il ruolo che svolge di momento in momento. Questo avvenimento comporta un accrescimento di interrogativi interiori, dubbi e conseguente necessità di scoperte non solo di letteratura spirituale, ma di altri “umani” mossi in medesime ricerche, di svelamento del mistero per suoni ed assonanze armoniche… Diviene un viversi come rumore o suono, come caos o persona in cui presiede un ordine, una luce non propria che guida, dirige, indirizza.

Una volta avviati verso tale cammino ciò che porta distanti da tale situazione diviene disturbante soprattutto nella sfera della cavità del cuore perché si avverte un bruciore doloroso e non passionale e la mente in conflitto. Si instaura perciò in accrescimento di pratiche di concentrazione, meditative, di ricerche di persone simili, di luoghi e paesaggi propizi in cui coltivare questo nuovo mondo che emerge smile ad una spiaggia battuta dalla tempesta e dal mare in burrasca che lentamente riporta la battigia pulita in superficie insieme ad oggetti inabissati, una volta tornato il mare calmo e l’assenza di vento vorticoso.

L’altro termine su cui prestare attenzione è vegliardo. Ernst Jünger è stato patriarca e vegliardo per età, avendo superato i cento anni suonati, ma anche perché la sua intera opera è improntata ed orientata verso tale accorgimento e pratica esistenziale. Essere presenti all’attualità mondiale, avvertirla, studiarla e trovare soluzioni adeguate per possibili compromessi tra la dimensione mondana e spirituale senza mai tralasciate quest’ultima perché fonte di vita eterna! Certo perché chi inizia a muoversi per tali sentieri oramai molto abbandonati entra in contatto non più con l’accelerazione lacerante del mondo, ma con gli angoli di preludio al paradiso e sente che sono da incrementare tali, non solo visioni del mondo ed orizzonti spirituali, ma si imprime dentro di se’ la necessità di fuoriuscita da un mondo famelico che porta alla distruzione vissuta come assenza di anima e quindi fame perpetua di vortici compulsivi di distrazioni inutili ed eccessive.

Ecco allora che il termine vegliardo diviene sempre più monito dell’esperienza del senex inteso nell’ accezione d colui che come un anziano sapiente si pone a vegliare sul mondo, a proteggere la patina dorata che rischia di essere ostruita e coperta da troppo calcare, da troppo inquinamento dal troppo di tutto. Il vegliardo pertanto è colui che si prende a cuore la sorte della dimensione mondiale del pianeta terra intesa come sostanza universale. Non suona campane, non urla, non strepita, ma in silenzio con i propri simili, in piccoli luoghi pulisce e fa risplendere ancora una volta ciò che la maggior parte ha oramai obliato. Riconosce quella luce misterica, la venera, la fa propria e la accudisce come una volta in principio le vestali accudivano il fuoco sacro. Ed ecco allora che oggi grazie alla presenza di Luigi Aversa nel video che vi proponiamo si parlerà de: “L’esperienza del profondo nell’epoca attuale”. In tale video muoveremo i nostri passi su tali binari ed anche la luce nel video si è resa misterica. È un video da ascoltarsi calandosi sempre più dentro di noi tentando di scovare e sintonizzarsi col il mistero.

Luigi Aversa non mancherà di dare appigli su dove appoggiare i propri passi. Saranno pietre salde, non sdrucciolevoli. Le onde potranno essere cavalcate anziché schiaffeggiarci buttandoci a terra.

Auguriamo una attenta visione del video con accresciuta speranza di divenire vispi vegliardi zeloti del pianeta Terra per in un futuro anteriore muoversi in altro paradiso…Il mondo diverrà scuola “superiore” con le sue immagini, simboli e allegorie di conoscenze Alte, fino a divenire cibo spirituale…ma solo e quando l’attenzione diviene cosciente e coscienza risvegliata! Allora si che ne vedremo delle belle…!!! Intanto buona immersione nelle parole di Luigi Aversa: ”L’esperienza del profondo nell’epoca attuale”.

LUIGI AVERSA: una vita tra scienza medica e “esperienze di confine”, tra gli insegnamenti di Carl Gustav Jung e gli incontri con Jiddu Krishnamurti, il celeberrimo maestro spirituale indiano. Il professor Luigi Aversa, psichiatra, è stato docente a La Sapienza e a Tor Vergata, presidente del Centro italiano di psicologia analitica e fondatore assieme a Mario Trevi della rivista semestrale Metaxù. Può raccontare tante avventure quanto quelle di un esploratore, ma le sue si sono svolte nelle latitudini dell’anima.

A.T. del mondo di Eumeswil