Elémire Zolla
di Graziana Marchianò
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Cari amici di Eumeswil, accolgo con piacere l’invito della Dottoressa Tommaselli a parlarvi di Elémire Zolla, un grande umanista e scrittore che, come Ernst Jȕnger, ha onorato la cultura europea del Novecento. Da anni ripubblico i suoi scritti nell’Opera Omnia dall’editore veneziano Marsilio, e alla fine di questo contributo potete consultare l’elenco dei dodici volumi usciti finora tra i quali segnalo la biografia intellettuale di lui, Il conoscitore di segreti (2012), un libro nel quale ho illustrato nella Parte prima le molte vite di metamorfosi vissute nella sua stessa persona, e nella Parte seconda ho raccolto e commentato un centinaio e oltre di scritti zolliani in cui si fa strada la visione dolente ma anche arditamente gioiosa dell’esistenza umana incardinata nella “aiuola che ci fa tanto feroci” (Dante, Paradiso XXII, 151). Riassumere in una riflessione né ‘troppo breve né troppo estesa’, come amabilmente mi sollecita Antonella Tommaselli, il timbro tutto speciale di una vicenda e una visione delle cose che nemmeno nelle centinaia di pagine introduttive ai libri di Zolla è stato possibile contenere, sarebbe illusorio ma un tentativo seppure azzardato può essere fatto evidenziando i tre pilastri che sostengono il “mondo di Eumeswil”: «la cultura intesa come coltivazione di sé»; «la tradizione intesa come l’eredità spirituale dei nostri antenati», e «la rettitudine come modo di essere e non di apparire». Ė una triade che si presta abbastanza bene ad affacciarsi sul mondo zolliano nel solco del paesaggio dantesco: nelle dodici sillabe che compongono il passo citato, la saldatura tra l’amenità del luogo e la ferocia toglie il fiato. La ferocia è dell’”aiuola”, della malizia umana o di entrambe? La ragione, i sentimenti, le credenze, i dubbi o la piatta indifferenza sono insufficienti a venire a capo del dilemma, a meno di meditare incrollabilmente, come Zolla ha fatto, sui cinque fattori che reggono la vita sulla terra: nascita, morte, sacrificio, eros e potere (colto, quest’ultimo, nelle sue illimitate variazioni mondane e spirituali.
Una volta, a lezione, dopo avere prospettato la cinquina ai miei studenti, li sfidai a riflettere se quel numero, senza violare la cocente identità di ognuno dei fattori, può venire plausibilmente ristretto di una o più unità. Il brusio dei soliti distratti cessò all’istante: a capo chino o facendo vagare gli occhi in aula dal banco alla cattedra alle finestre, come se la risposta potesse mai venire da “fuori” piuttosto che dal loro “dentro”: coltivando se stessi (1° pilastro), attingendo all’esperienza degli antenati (2° pilastro), irrobustendo con rettitudine l’essere e non l’apparire (3° pilastro) – dopo lunghi tesi minuti, uno dei ragazzi, più sveglio degli altri, osservò: “ma il nascere e il morire sembrano due ma sono lo stesso processo”. «Ottimo! – risposi – Ma non fermarti al ‘due’ diventato uno. Interrogati ancora: tu, singolo individuo, nato da un padre e una madre assommi in te l’eredità genetica e culturale di chi ti ha preceduto che a tua volta trasmetterai. Dunque, rifletti: vivere e morire non comporta un ininterrotto, spesso straziante sacrificio? E che cosa assicura nell’ “aiuola” la persistenza della vita ?» Una ragazza alza la mano: “L’amore!” «Bravissima, è così. Senza un atto d’amore non si nasce e la finitudine ci tormenta fino all’ultimo respiro!» «Forza! – esorto la classe – rimane il 5° fattore: il potere. Quanto – della vita, della morte, del sacrificio, dell’eros ne dipende?» “Ma il potere è di pochi!” – sbotta un altro e tutti, eccitati, si uniscono a lui facendo baccano! Intanto l’ora di lezione è al termine e già si alzano per correre fuori, per dimenticare l’assillo che li ha soggiogati sfiorando ignari i tre pilastri del “mondo di Eumeswil”.
«Ragazzi, fermatevi ancora un attimo! – esorto – Il potere, è vero, è un idra dalle molte teste e la più proditoria è il potere mondano, istituzionale, finanziario, bellico, tecnologico, scientifico, anche religioso che spadroneggia in modo spesso arrogante dall’inizio dei tempi nell’ “aiuola”, rendendo feroci i suoi abitanti non solo umani, giacché la malizia, l’inganno, l’aggressività sono endemici a tutti i livelli del mondo vivente».
Che fare? Ė l’ovvia domanda sulla quale si sono arrovellati filosofi, educatori, strateghi, esperti di etica e uomini di fede.
Zolla sui cinque fattori che reggono l’esistenza, ha meditato con tutto se stesso, senza limitarsi all’Occidente antico, moderno e contemporaneo europeo, ma scrutando civiltà, credenze, culti, costumi, riti e soprattutto le tradizioni contemplative, il richiamo nativo all’esperienza spirituale, mistica ed estatica in individui e gruppi per lo più anonimi dei cinque continenti, e in questo ininterrotto, indipendente e non di rado frainteso scavo della “natura” e della ”cultura”, ha compreso che la domanda corretta non è: «Che fare?» ma: «Come essere ?» puntando nell’ovvia imperfezione al perfettibile, al risveglio alla consapevolezza dell’illimitato fisico e cosmico, tesoreggiando l’eredità spirituale della stirpe e di ogni stirpe attecchita e tramontata sulla terra, giacché non c’è attuazione possibile di una fratellanza collettiva se non si è anzitutto amici, sodali e zelanti alleati della parte più limpida di noi stessi, di quel lato nascosto e ineffabile che nessun potere mondano, per aggressivo e feroce che sia, può scalfire.
Sono consapevole di non avervi introdotto esplicitamente nel pensiero di Zolla, però l’ho fatto implicitamente richiamando i tre pilastri del “mondo di Eumeswil” che lui, a modo suo, ha condiviso.
Mi congedo citando due dei tanti aforismi del “lessico zolliano” raccolti nella parte finale di Il conoscitore di segreti .
IO: L’io è la prigione nella quale il mondo appare sogno, in cui gli oggetti sono travestiti e deformati, squallide ombre. L’abbandono dell’io significa distensione delle proprie forze, scioglimento della contrazione forzata che costringe nei limiti di se stessi.
METAFISICA: Nel senso più vasto la metafisica è ben più che un linguaggio, è un’esperienza che trasforma. Il metafisico, grazie a sistemi di simboli, tramuta in metafisica ogni attività e di là dagli atti, tramuta la propria vita interiore. Ė proprio questa metamorfosi intima e totale che definisce il metafisico nel suo senso più pieno. Egli estirpa ogni identificazione con la sua persona sociale e storica,…si identifica con l’essere come tale. Lo esprimerà talvolta nei secoli dicendo «sono figlio del cielo e della terra», o come affermava Guerin Meschino, «sono figlio del Sole e della Luna».
Grazia Marchianò
OPERA OMNIA di Elémire Zolla, Marsilio, Venezia
a cura di Grazia Marchianò
TITOLI
I letterati e lo sciamano. L’Indiano nella letteratura americana dalle origini al 1988, 2012
Uscite dal mondo, 2012
Il conoscitore di segreti. Una biografia intellettuale di Grazia Marchianò, 2012
Filosofia perenne e mente naturale, 2013
Lo stupore infantile, 2014
Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, 2015
Archetipi Aure Verità segrete Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, 2016
Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia, 2017, 2019
Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana, 2019
L’amante invisibile. L’erotica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica, 2019
Le potenze dell’anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio, 2020
Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi. Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale, 2021
L’umana nostalgia della completezza: l’Androgino e altri scritti ritrovati, 2022 (in preparazione)
Fuori dell’OMNIA nella Biblioteca Marsilio:
Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull’icona, a c. di E. Zolla, 2018
Elémire Zolla (Torino 1926 – Montepulciano 2002) è autore di un’opera saggistica monumentale e poliedrica che Marsilio, per la cura e con le introduzioni di Grazia Marchianò, ripubblica sistematicamente dal 2012. Esploratore degli orienti del pensiero nei luoghi più disparati del pianeta, acuto interprete e sintetizzatore di saperi, ha tracciato un’antropologia culturale e spirituale senza frontiere. Il suo insegnamento è custodito nel Fondo Scritti Elémire Zolla. La biblioteca di 9000 volumi e l’archivio privato sono stati donati da Grazia Marchianò all’Accademia Vivarium novum, Villa Falconieri, Frascati, dov’è in programma un convegno internazionale nella ricorrenza del ventennale della morte dello scrittore: 27-29 maggio 2022, aperto al pubblico.