2024 Folle, Santo, Mago, VateIl Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà

Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà

Con Lorenzo Battisti


Riflessione di Eumeswil

La panoramica del libro di Jorge Luis Borjes su: “Il libro degli esseri immaginari”:

“Spinto dalla passione per le strane entità sognate dagli uomini, Borges ha perlustrato nel corso degli anni letterature e mitologie, enciclopedie e dizionari, resoconti di viaggio e antichi bestiari, scoprendo tra l’altro che la zoologia fantastica è percorsa da singolari affinità: così, ad esempio il Pesce dei Terremoti, un’anguilla lunga settecento miglia che porta il Giapppone sul dorso, è analogo al Bahamut delle tradizioni arabe e al Milgardsorm dell'”Edda”. L’esito di questa sterminata ricognizione è un manuale che il lettore è caldamente invitato a frequentare “come chi gioca con le forme mutevoli svelate da un caleidoscopio”. Ritroverà così animali che già gli erano familiari, ma che ora tradiscono caratteri insospettati: come l’Idra di Lerna, la cui testa – sepolta da Ercole – continua a odiare e sognare, o il Minotauro. Imparerà a conoscere esseri che sembrano usciti dalla fantasia stessa di Borges: come la “gente dello specchio”, ridotta a riflesso servile dall’Imperatore Giallo dopo aspre battaglie, o il funesto Doppio, suggerito “dagli specchi, dall’acqua e dai fratelli gemelli”. E si imbatterà in creature di cui neppure sospettava l’esistenza: come lo hidebehind dei taglialegna del Wisconsin e del Minnesota, che sta sempre dietro a qualcosa. E sempre aleggia lo humour di Borges, il quale ci spiega compassato che la qualifica di contea palatina attribuita al Cheshire provocò l’incontenibile ilarità dei gatti del luogo, donde, con ogni probabilità, il gatto del Cheshire.”

Ancor più siamo colti da vertigine quando ci catapultiamo all’interno di un museo delle scienze e ammiriamo, fino a divenire ebbri, sbronzi, la miriade di quantità e varietà di minerali, piante, animali che animano il mondo. Si esce da ambo i viaggi, quello mosso attraverso la lettura e quello attraverso le sale del museo, come se si fosse rappresi in una bolla di etere. Abbiamo una sostanza differente che ci rapprende ed elettrizza. Ancor più succede di fronte ad un acquario, se sostiamo a lungo, vediamo branchi di pesci e singoli pesci nuotare a diverse altezze. Salgono, scendono, la luce quasi buia del luogo conferisce l’ingresso in un sogno… Si schiudono novelle impressioni. Immagini singolari rimangono impresse nella retina dell’occhio e le avvertiamo avanzare nel nostro essere attraverso la mente ed il cervello.

Esistono notti solitarie, in cui le impressioni del mondo non paiono più sufficienti per sfamare la nostra anima e così si desidererebbe, con un colpo di pinne, ben esercitato, uscire dal proprio corpo, uscire dal guscio in cui è rappresa l’anima per nuotare in un gas d’energia stellare per intentare di tornare a casa anzitempo o per portare in questo mondo ed in questa vita quella energia da cui proveniamo. Ci ricordiamo dei pesci che saltano dal mare in aria così come di alcuni uccelli che si immergono in acqua. Vi sono esseri predisposti a vivere in più ambienti, elementi…

Esistono pure docenti che, occupandosi di fonti d’energia rinnovabile e di transizione energetica, passano a studiare l’energia umana che viaggia in cerca dell’Eternità…

Con il video di oggi incontriamo un docente, Lorenzo Battisti, impegnato nella ricerca di fonti d’energia rinnovabile e di transizione energetica. Ci riporta il risultato di anni di ricerche in ambito de : Il Bardo tibetano: guida per la conduzione del principio cosciente nell’Aldilà”. Il video sarà lungo. E’ il frutto di un seminario tenuto presso il nostro centro studi nel giorno dei defunti. Noi sentiamo, in ore particolarmente felici così come in momenti in cui avvertiamo un senso di mestizia accentuato, che i nostri cari estinti sono sempre con noi. Più l’età avanza e più la porta su tale mondo la percepiamo sempre aperta, grande. Si spalanca e rimane aperta sul mondo invisibile, apparentemente intangibile. Riusciamo a coglierlo, in rari momenti di grande raccoglimento,come vivo e vicino…

Se guardiamo il mondo ci accorgiamo che il mondo non è soltanto e solo Occidente, per quanto ne è una parte cospicua. Vi sono otto civiltà, oltre a quella occidentale, che sono: la civiltà russa, l’islamica, l’indù, la cinese (che soggiace tuttora alla barbarie comunista), l’estremo orientale, l’africana, e l’ultima, non enunciabile,”una civiltà -non civiltà -“, che della civiltà occidentale costituisce l’ombra nel senso Junghiano del termine, in quanto entrambe si rappresentano unite in un rapporto geopolitico… Ciascuna civiltà, non necessariamente, vive nello stesso tempo di lucentezza culturale… Ciascuna civiltà ha concepito un suo modello di attraversamento del bardo..

Con il video di oggi ci sposteremo in oriente e non mancheranno riferimenti alla nostra cultura di appartenenza. Lorenzo Battisti affronterà il tema della morte e della rinascita sulla base delle esperienze descritte nel LibroTibetano dei Morti o Bardo Thodole negli insegnamenti della tradizione buddhista sul tema del processo della morte.

È molto significativo ciò che viene espresso già nel titolo dell’intervento: guida per la conduzione del principio cosciente nell’aldilà. La coscienza occorre risvegliarla, farla crescere… E’assai importante.

Oggi giorno, se abbiamo il coraggio di guardare il mondo, vediamo che siamo sempre più sprovvisti di coscienza e consapevolezza esistenziale… Il principio cosciente, secondo il mondo di Eumeswil, deve formarsi già nel corso della vita terrena…

Accompagneremo il video di Lorenzo Battisti sull’ attraversamento del Bardo Tibetano con degli scritti tratti da Mercea Eliade.

Non possiamo però omettere di prestare bene attenzione al video, di drizzare bene le antenne. Attualmente dell’attività del cervello sappiamo molto poco. Pare solo un cinque, dieci percento. In realtà, cosa la scienza conosce di un organo così importante, è assai irrisorio eppure, si permette il trapianto di organi sulla base, spesso, di un solo encefalogramma piatto… di un essere ancor vivo, in viaggio. Qui una lampadina dovrebbe accendersi… Dobbiamo alimentare i problemi di coscienza!

Mircea Eliade nel Suo “DIARIO PORTOGHESE” si apre ad una costellazione di riflessioni sul suo stato interiore, sull’uomo, sulla guerra, sul post mortem… Tali considerazioni sono assai intense e profonde.

13 maggio 1943
Da quando sono rientrato a Lisbona, avrei potuto scrivere, ogni giorno la medesima parola: melanconia. Non ho lavorato affatto. E perdo le notti sino alle tre o alle quattro, per stimolare il mio equilibrio.

Fa troppo caldo. Un’estate inaspettatamente repentina. Solo dopo la mezzanotte si rinfresca un pò.

Non faccio che pensare alla stessa cosa: che potrei morire, e per la prima volta dubito di una realtà post-mortem. Se non c’è niente, se c’è solo l’annichilimento? A che è servito, allora, tutto ciò che è accaduto? Nulla ha più senso, a questo mondo, se di là non c’è niente.

10 giugno 1943
L’uomo è creatore solo nell’ordine biologico: può generare. Creazione impersonale, che riguarda la specie. Ma l’atto della creazione, l’Eros, può scatenare poteri e visioni primordiali, di una forza che supera di gran lunga l’orizzonte mentale contemporaneo; cfr. la mistica delle orge arcaiche, Dioniso, ecc. Il sentimento di poter creare, la certezza di essere lui la vita e di poter dar vita trasforma l’uomo in un essere immenso, cosmico. La creatura nella quale l’Eros domina come elemento metafisico e strumento d’inserimento nella realtà vive una vita del tutto distinta, molto più grandiosa e più significativa della nostra. Se vi sono certi segreti arcaici, accessibili all’uomo in quanto tale, all’uomo animale incorrotto, allora questi segreti si rivelano solo all’individuo che incarna l’Eros in modo totale, cosmico, senza problematiche ne’ nevrosi. È interessante notare come sopravvivono tali strutture dionisiache nelle civiltà moderne, e quanto filo da torcere diamo agli studiosi, ai medici e ai moralisti, per riuscire a decifrarle! Ha fatto bene la Chiesa cristiana a non combattere queste strutture erotiche. Dio non può allontanare l’Eros, persino sotto la sua forma panica e fecondatrice. Solo la sterilità è demoniaca. L’Eros che feconda non può essere contro Dio.

21 febbraio 1945
Tra gli altri brevi trattati che mi piacerebbe scrivere – brevi, persino laconici, perché non avrò il tempo di scriverli tutti -, ce ne sarà uno dedicato al problema post-mortem. Ciò che è sorprendente, è che ognuno trova l’universo post-mortem che ha accettato per tradizione religiosa col suo proprio pensiero. Un buddhista troverà le religioni e le forme conosciute dalla mitologia e dai rituali buddhisti; un mistico o un metafisico buddhista troverà il vuoto, la beatitudine del non essere, ecc. Un maomettano, un ebreo, un cristiano percorreranno post-mortem le geografie tanatiche conosciute, apprese e corrette durante la vita. Ma un non credente, uno a cui sembra che tutto finisca qui (gli sembra, perché una simile affermazione non può basarsi su dei fatti) troverà il vuoto, il nulla, il non essere. Per lui la morte significa la fine. Egli ha ragione, ma solo nella misura in cui parla di se’. Gli altri conoscono un nuovo modo di essere: degradato, provvisorio, e tuttavia un nuovo modo dì essere.

Per questo Gesù afferma di essere venuto a salvare gli uomini, a redimerli. Coloro che credono in Lui conosceranno un destino post-mortem superiore a quelli che praticano solo la devozione e il rituale dell’Antico Testamento. Gesù salva realmente gli uomini, rivelando loro una escatologia del tipo più raffinato. Morendo col il pensiero e la consapevolezza di questa gloria celeste, il buon cristiano incontrerà la gloria, ecc. Perciò, Gesù dice che coloro che non credono in Lui non sopravviveranno post-mortem, ma periranno. In effetti, l’ateo e il materialista hanno tutte le opportunità di trovare nell’ aldilà il semplice gioco delle forze della natura. Egli non sarà più niente; si reintegrerà nell’energia cosmica. Dal punto di vista della persona umana, sarà perduto, perirà.

I capitoli indispensabili del trattato: la certezza della sopravvivenza e l’incertezza dell’immortalità; la sopravvivenza, tappa della spersonalizzazione; che cos’è che muore per primo nell’uomo, dopo la morte del corpo? In quanto tempo (tempo storico, concreto) un deceduto potrà “scendere” sotto forma o un’altra sulla terra (nei sogni di coloro che ha amato, con la sua presenza in certe riunioni, ecc)?

L’importanza soverchiante per chi si trova nell’aldilà di ciò che succede sulla Terra; ad esempio, egli resterà legato alla terra fintantoché sarà ricordato, rimpianto, menzionato, ecc. Nell’istante in cui l’ultimo uomo che ha conosciuto in vita passerà nel regno dei morti, colui che è nell’ aldilà sarà completamente staccato dalla Terra.

Un capitolo che considero sensazionale e che non so ancora se mi azzarderò a scrivere sarà dedicato al seguente problema: cosa accade dopo il distacco supremo dalla Terra? In che misura si può continuare a parlare di sopravvivenza dopo ciò ?

27 febbraio 1945
*
La straordinaria esperienza di Fisher (citata da Nouy, p. 167). Due frammenti del cuore di un pollo,messi l’uno accanto all’altro nelle cosiddette culture di tessuto, palpitano a ritmi differenti; ad esempio uno ha ottanta pulsazioni al minuto, l’altro cinquanta. Ma questi frammenti proliferano, e a un certo punto vengono in contatto; allora si constata che il ritmo diviene identico. Il sincronismo è ristabilito, i due frammenti palpitano all’unisono.[…]

Non so quale spiegazione troverà la biologia, se la troverà, a questo fenomeno. Ma mi sono emozionato sino alle lacrime nel venirne a conoscenza; quasi avessi udito un richiamo da molto lontano, dalle profondità della materia viva, un richiamo indicibilmente inquietante e incomprensibile.

9 agosto 1945
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Lo scorso inverno, scrissi una glossa di commento al passo biblico: “Se gusterete dell’albero della Conoscenza del bene e del male, morirete!”. I quotidiani riproducono le dichiarazioni degli esperti, che non esitano ad affermare che la bomba atomica potrebbe causare l’annientamento della civiltà e lo sterminio del genere umano. Questa bomba non è che l’ultimo passo (per ora!) dell’ itinerario iniziato accanto all’Albero della Conoscenza; vale a dire, un prodotto recentissimo della ragione, della conoscenza scientifica, ecc. Tra il primo sillogismo e la bomba atomica non vi è discontinuità.

La logica, la matematica, la fisica, ecc. hanno portato il loro millenario contributo alla sua realizzazione. E una bomba del genere potrebbe confermare le parole della Bibbia: la morte dell’umanità, come specie biologica.

16 agosto 1945
Leggendo l’ultimo romanzo di Aldous Huxley, Time must have a stop ( tanto simile agli altri suoi romanzi, che a volte ho l’impressione di leggere nuovi capitoli di Those barren leaves o Eyeless in Gaza), ho trovato questa frase impressionante: But out of all those galaxies of eggs, how many herrings ever come to be full- sized fish? (P. 102 “ Ma da tutte queste galassie di uova, quante aringhe arriveranno a essere pesci adulti?”).

E d’un tratto mi è parso che mi si rivelasse una verità di puerile semplicità: solo gli uomini che arrivano a scoprirsi e a possedersi totalmente, che acquistano un minimo di autonomia spirituale, che realizzano la grandezza della loro condizione umana, solo costoro possono dirsi maturi, adulti, full-sized men. Quanto ai restanti, persino se raggiungono l’età di novant’anni, possono paragonarsi ai milioni di aringhe che muoiono appena uscite dall’uovo o appena divengono adulte. Bisogna giudicare l’uomo non dalla sua età fisica, ma da quella mentale e spirituale. Un uomo di quaranta o cinquant’anni, se è rimasto fermo a una mentalità infantile, è da considerarsi morto durante l’infanzia. Dal punto di vista umano, rappresenta una non esistenza, non diversamente da quella di un’aringa morta prima di raggiungere due centimetri di lunghezza. Va resa chiara quest’idea che solo gli esemplari maturi formano la specie dell’ homo sapiens; che i milioni di individui che sopravvivono in modalità subumane non la rappresentano ne’ la implicano; giacche’ essi, in realtà, sono morti prima di aver raggiunto la maturità, così come muoiono miliardi di individui di tutte le altre specie zoologiche. E se questi “morti” continuano a esistere nella loro morfologia individuale attorno a noi ciò non significa niente più di ciò che significa per le aringhe adulte la “sopravvivenza” provvisoria di quelle che sono morte in tenera età nel loro ambiente marino, sotto forma di materia organica in via di decomposizione.

20 agosto 1945
Nove mesi dalla scomparsa di Nina. Uno dei giorni più tristi che ho vissuto in questo periodo. Già ieri notte, ho avvertito una grande tristezza e stanchezza. Stamani, mi sono svegliato con la sensazione della presenza di Nina nel suo ultimo giorno di vita. Rivedevo la stanza di Elias Garcia, e la rivedevo mentre, pur estenuata, continuava a lottare. Non facevo che udire le sue ultime parole:”…stanca”. Ho offerto una minestra ai poveri. Non sono andato in chiesa che sapevo, come sempre, chiusa in queste ore. Mi sono rimproverato di non essere andato a pregare accanto a lei, al cimitero di Anjos. Ma non volevo fare niente che la identificasse con la cripta. Non volevo costringerla, nella sua attuale condizione spirituale, a proiettarsi in quello spazio, attorno alla cripta. Dal 20 novembre, sono stato una sola volta ad Anjos, a nove giorni dalla sua morte. Da allora, mi sono sforzato di strapparla dalle sue spoglie per liberarla e invitarla a stare accanto a noi come pura presenza, e non per mezzo del suo corpo.

Oggi, sono stato sopraffatto dal dolore per non averle portato lì dei fiori. Tuttavia credo d’aver fatto bene. La sento e sempre accanto a me.”

Queste lunghe pagine di Eliade insieme alla prima di parte del video con Lorenzo Batisti possono aiutarci a riflettere per meglio indirizzare il corso della nostra esistenza. Possono invogliarci a ricerche più approfondite sul senso della vita e della morte inaugurando un sodalizio con il principio cosciente. Possono tali messaggi aiutarci a non scappare a caso, a vagare, a riflettere sulla nostra vita per non perderla… al contempo, a noi del mondo di Eumeswil, fa nascere un nuovo interrogativo e proprio diretto sopratutto al nostro ospite esperto di transizione energetica. Ci chiediamo, se il mondo odierno, insieme all’uomo contemporaneo, non stiano, a causa della corsa frenetica, dell’assenza di quiete, della pausa dal lavoro, attività febbrile, bruciando e sperperando energie anziché apprendendo a canalizzarle e rinnovarle con lo stato di riposo contemplativo e il fermarsi. Nello stato di pausa, di arresto normalmente ci si ricarica e così dovrebbe fare il mondo! È una considerazione errata?

A.T. del mondo di Eumeswil